venerdì 11 luglio 2008

Danza macabra


Oggi, in autobus, pensavo - penso sempre in autobus, troppa gente indifferente gli uni accanto a gli altri per non pensare-. E pensavo alla considerazione della morte, che viene sempre vista come un'entità esterna, qualcosa di extra-ordinario, qualcosa che arriva. Invece è ciò di più ordinario, e anche ciò di più implicito esista. Pensavo in quante di quelle persone la morte -la malattia- sta già lavorando, è già in divenire. Pensavo a mio padre, che non vuole pensare alla morte per non intristirsi, che è importante qui e ora, e io che non riuscivo a spiegargli come, solo pensando al tragico inevitabile epilogo, il qui e l'ora siano importanti, acquistino senso valore consistenza. E poi, così, all'improvviso, ho pensato agli affreschi delle chiese medievali, agli umani affiancati dal loro negativo, il loro memento mori...

E ho sorriso. E' solo un enorme, folle balletto.

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