venerdì 27 febbraio 2009

In Berlin, by the wall



Mi sono sentita irreale.


Tornata in questa città-periferia con il cielo così basso da poterti schiacciare. A Berlino il cielo era altissimo-alta come i grattacieli e di più, immenso e bianco. Mi sentivo reale invece, là- perchè ero, in qualche modo. Perché il fascino sottile della decadenza- cioò che qui mi ha sempre affascinato, ciò che ha donato bellezza a questi grigi anfratti di mondo- là è un tripudio, un filo rosso, un leitmotiv. Era familiare, Berlino, era reale. Era una fantasia che rispetta sè stessa quando diventa reale. Era come se mi aspettasse per confermarsi alla mia immaginazione. Non era solo ideale. Era lì, pulsava. E, per contro, il ritorno alla normalità imbavagliata, alla scuola e a tutto il resto.. era, è privo di senso. Priva di senso la mia vita costretta in una stanza stretta. Mi vortica dentro quella città, e la precarietà del suo essere bambina, del suo essere fantasiosa, del suo essere bella e decadente, del suo essere arte. Non conosco il futuro, e immaginarlo mi costa caro. Ma la mia coscienza ha sfrondato le possibilità e solo una sembrerebbe restare: partire. E se parto, e se vado, Berlino mi aspetta, dolce, fredda, nordica e affascinante. Per capire, forse, chi voglio essere e cosa voglio fare o solo magari per provare a vivere, e cercare di capire quanto il dove conti per la felicità.




domenica 16 novembre 2008

Stockholm









Un viaggio è soprattutto impressione.
Il resto è sterile cronaca.

giovedì 25 settembre 2008

And if you're so clever, why are you on your own tonight?

Povero blog abbandonato e dimenticato. Non sono tipa da blog. Non ho costanza, e, spesso, nessuna voglia di un pubblico. La mia fidata Moleskine è l'unica stabilità, è lì che finiscono sempre a parare le mie parole.
Che poi avere un blog è un puro esercizio di stile. Questo blog, in particolare, è pura esposizione. Lo faccio per me stessa e nient'altro, visti i pochi visitatori. No, non ho voglia di stringere contatti via etere. Impegnativo. Lascio un commento ogni tanto, e faccio sì che siano sinceri, che siano significativi.
Lascio una scritta... pensieri alla rinfusa, pensieri di un quasi autunno, sono di ieri.


Giorni di nuvole, passati a credere ciò che non sono. Giorni di pareti e di cieli chiusi. Ci sono cose che nessuno mi darà -e non parafraso Fabri Fibra-. Il caldo avvolgente di un maglione non vince il freddo sotto la pelle. Ci sono freddi che nessun fuoco sa vincere. Considerazioni sparpagliate. Sono materia nell’anima del mondo, snodabile braccio dell’Io e, insieme, inspiegabile non Io. Sono nelle tombe delle elegie campestri, sono il Milton potenziale… celestial fire, sacra ispirazione. A me, a me. Puzzo di solitudine stantia come una vecchia casa. Ragnatele sul mio animo sensibile. Avere le facili passioni dei romantici… i dolori della giovane V. rinnego mio padre e rifiuto il mio nome. What’s in a name? Whic we call rose with any other name wuold smell as sweet. E io, io profumerei allo stesso modo? Un nome è come un indirizzo non cambia te, ma cambia il modo di te. E quello che sono qui con questo nome in nessun altra vita lo sarei. Giorni di nuvole… cicale sui campi di grano, sole dorato, spighe dorate, mondo dorato. Welcome to the Arcadia, baby.
Emozioni anestetizzate. I just want to fall in love. Così semplicemente vero…

giovedì 21 agosto 2008

Gli arcobaleni esistono ancora

Gli arcobaleni esistono ancora

ne ho visto uno nel cielo, lo giuro

iniziavo a crederli solo chimere

favole per piccoli come le fate

favole per grandi come gli amori

disegni da cartolina illustrata

residui di qualche età dell'oro

bellezza in pillole o balsami di cuori nostalgici.


mercoledì 13 agosto 2008

Il movimento

Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla.

Lev Tolstoj
e come mi sento io

martedì 22 luglio 2008

La felicità

Sono felice?
Ma se fossi felice, avrei bisogno di domandarmelo?
E se fossi infelice, invece, non lo saprei?
E' questo stato ibrido che mi uccide.
Mi dico che la felicità non esiste.
Mi dico che si tratta solo di momenti.
E poi mi dico che sono stronzate.
Voglio poter dire sono felice, se qualcuno me lo chiede.
Senza esitare nemmeno un secondo.

lunedì 21 luglio 2008

Canzone di notte n.1

La luna arancione soffoca in un cielo violaceo.
Tutto questo non mi appartiene:
sono qui solo di passaggio.